di Kevin Lagarde
Non ci sono mai piaciuti i figli di papà, ma se suonano blues la faccenda è ben diversa e si fa più seria!

Al suo debutto con Buchanan Lane nel 2022 Yates McKendree fu salutato come un giovane nuovo grande talento. La Qualified Records, etichetta personale del padre Kevin, creasciuta negli anni del COVID sarebbe ben presto diventata un punto di riferimento, una sorta di etichetta di musicisti per i musicisti, creando occasioni di collaborazione in un momento di difficoltà.
Il giovane McKendree ha bazzicato gli studi di registrazione fin da bambino, si può dire, ci è nato dentro sostanzialmente. Kevin McKendree, per chi non lo conoscesse, è titolare dello studio The Rock House di Nashville, dove registrarono John Hiatt o Delbert McClinton; proprio per un lavoro con quest’ultimo Yates ha vinto un Grammy come fonico in studio. Fu nel 2020, con Tall Dark & Handsome, prima del suo debutto in prima persona.
Questo nuovo lavoro Need To Know prosegue sulla stessa linea d’onda del suo precedente e non aggiunge nulla di nuovo, se non una maggior padronanza dello stile, aggiungendo a una bella serie di perle un brano originale di un certo effetto, Tide. Ma se ci chiedete se è questo il sopund che cerchiamo non possiamo che rispondervi di sì.
Yates figlio d’arte è uno dei ragazzi che vorremmo vicini di casa. C’è una grande passione in questa musica, in certi momenti sembra di essere in qualche bel locale di Nashville. Ecco allora all’opera la vena compositiva di Gary Nicholson, della Nashville Songwriters Hall Of Fame, che ci regala blues da brivido come Burnin’ Tears o l’interessante e densa Need You Know You Better. Alla base troviamo la ritmica jazzata di Steve Mackey al basso e Griffin Photoglou alla batteria, con Robert Frahm alla chitarra, con ottimi inserti di fiati e il piano di papà Kevin e le percussioni dell’amico George Sluppick, come nella tribale Tide, la cui base era un loop di Yates bambino che picchiava sulla lavatrice, registrato dal padre. I Can’t Stop di Willie Dixon farebbe tremare i polsi a molti, ma non a questo gruppo di giovani e meno giovani ragazzoni, che non esitano neppure davanti a una See See Rider che diventa un inno. Trovatelo apena potete, questo disco, vi scalderà l’anima in quest’inverno a venire.
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