a cura di Gianni Giusti
Con Chennàpule, colonna sonora del cortometraggio Kvara – Una storia di amore e pallone di Raffaele Iardino e Mario Leombruno, prodotto da Caratteri Mobili e Uncoso Factory, i 291out firmano un nuovo viaggio tra suono e immagine: un intreccio di sonorità mediterranee e orientali che accompagna, amplifica e talvolta anticipa le emozioni del protagonista. Un lavoro che conferma l’identità dell’ensemble – attivo dal 2013 nella sperimentazione sonora e nella composizione per il cinema – come laboratorio di idee in cui la musica nasce per dialogare con le immagini e generare nuove visioni.
Ne abbiamo parlato con i membri della band e, in chiusura, con Mario Leombruno, co-regista del film.

F.B. – Il vostro è stato un lavoro di musica su scena: come avete lavorato sul corto?
291out – Per noi lavorare su questo corto ha significato innanzitutto immergersi nel ‘caos straordinario’ della festa del Napoli, cercando di riprodurne fisicamente i suoni, i rumori e le emozioni. Per questo la traccia ritmica è l’elemento portante del racconto musicale, su cui si innestano parti strumentali e assoli che modulano i temi che caratterizzano psicologicamente il personaggio principale e la sua avventura.
Parallelamente, l’utilizzo di strumenti etnici come le percussioni arabo-indiane e il bouzouki, rimanda all’incontro tra Napoli e il Sud del mondo, alla mediterraneità della metropoli partenopea e alla celebrazione di una nuova cittadinanza.
Infine gli innesti di groove elettronici e di sintetizzatori segnano il modus operandi della nostra produzione discografica e delle nostre esibizioni live: un cantiere aperto tra band strumentale e band di musica elettronica, una ricerca musicale che amalgama costantemente suoni sintetizzati e suoni elettro-acustici, in omaggio alle avanguardistiche ricerche del dadaismo e di un certo futurismo.

F.B. – Dalla colonna sonora al disco: un percorso un po’ controtendenza
291out – L’idea di dare vita ad un prodotto discografico a partire dalle musiche originali della colonna sonora di Kvara nasce dall’entusiasmo maturato durante la realizzazione della soundtrack e successivamente dalle emozioni scaturite dalle proiezioni ai festival per cui il corto era candidato.
Alla base della stesura del disco c’è il pensiero di integrare le composizioni dello score di Kvara agli arrangiamenti rimasti inutilizzati, in modo da raggiungere la durata congrua per la stampa in vinile. Dunque, mentre la facciata A è la fedele riproduzione della colonna sonora del film, con la successione cronologica dei quattro brani principali, la side B è interamente costituita dalle idee tematiche e compositive che non avevano potuto trovare spazio nel film e su cui è stato fatto un ulteriore lavoro di rielaborazione con registrazioni ex-novo.
Dall’audiovisivo alla musica e viceversa: andare oltre le immagini e suscitare nuovi racconti visivi. Questo è il modus operandi che muove gran parte delle pubblicazioni discografiche dei 291out immesse sul mercato dal 2013 ad oggi e su cui, svariate labels – italiane e internazionali – hanno investito per differenziare la propria linea editoriale. Tra queste, i due volumi della serie Soundtracks For No Film per l’etichetta Acido Records (2013-14), con brani nati per le soundtrack dei corti Ovest e Dialogo tra un allenatore ed il suo secondo, RTSI/Fandango Film (2003), Vol.7 per l’etichetta Really Swing (2015), con brani composti per i corti ARMI, Blackpencil Prod. (2008), Ipa Nuit Ylio, Vb30 Film/FFWD (2003) e la serie di reportage Scatti di Nera, Fox Crime (2010), Saturazione Momentanea per l’etichetta Tasty Treats Records (2024), ideata per la serie di documentari Scrivere NY, Minimum Fax/Cult Network (2004).

F.B. – Come è nata l’idea della storia
Mario Leonbruno – L’idea di girare questo corto è nata nelle settimane in cui era ormai chiaro che la squadra della nostra città avrebbe vinto il campionato di calcio. Da tifosi del Napoli e filmmaker abbiamo messo da parte la scaramanzia e abbiamo deciso che un evento straordinario come lo scudetto dovevamo raccontarlo a modo nostro. Data la storia professionale di Mario e Raffaele, una più legata al documentario e l’altra più legata al cinema di finzione, è venuto naturale dare al corto una forma ibrida: una storia di finzione innestata nello scorrere reale degli eventi, in una notte delirante di cui volevamo, tra l’altro, conservare un ricordo tutto nostro. Essendo entrambi attenti ai diritti civili, ci è sembrato importante anche cogliere l’occasione per utilizzare questa storia come pretesto per porre al centro dell’attenzione un tema importantissimo e spesso misconosciuto dei nostri tempi: la (non) cittadinanza italiana dei ragazzi e delle ragazze nate in Italia da genitori stranieri. Abbiamo così deciso di scrivere una sceneggiatura semplice che ci consentisse di dare spazio alla documentazione di quella notte e allo stesso tempo proponesse un punto di vista diverso sulle emozioni che sembravano abitare il cuore di tutti i napoletani: è bastato zoomare sulla vicenda di una persona per rendersi conto che, al di là di quello che poteva apparire, ciascuno stava vivendo a modo suo quell’evento. Il film, infine. è nato dalla collaborazione di tanti professionisti amici che hanno raccolto la sfida di fare un film in condizioni complicate e poco controllabili per il solo piacere di farlo. Impossibile non citare Diego D’Ambrosio, che ha prodotto il film insieme a noi, Vishem Rismika che ne è stato protagonista, Luca Gallone che ha prestato la sua faccia e il suo talento a Gennaro, Mattia Falco e Diego Bernabei che ne hanno curato la fotografia, Ivan Caso e Filippo Barracco che l’hanno sonorizzato e, ovviamente, i 291out che ne hanno scritto le musiche.
F.B. – Avete girato un po’ in maniera corsara: ce lo vuoi raccontare?
Mario Leonbruno – Girare un cortometraggio come KVARA – Una storia d’amore e pallone, richiedeva necessariamente un approccio corsaro, arrembante. Girare la gran parte delle scene in strade invase da centinaia di migliaia di persone ci poneva di frointe alla necessità di essere flessibili, di dover improvvisare, di dover modificare le idee iniziali sulla base degli eventi. Allo stesso tempo, però, si trattava di un’occasione irripetibile per raccontare la vita della città nel suo sviluppo più autentico. Troupe leggera, tanta passione e allegria, elasticità: senza questi ingredienti non avremmo mai potuto portare a termine l’operazione. Il talento di chi ha donato la sua professionalità ha fatto il resto, e KVARA ha potuto vedere la luce.
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