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Scompare a 97 anni Pinetop Perkins, ultima icona del piano blues

23 Marzo 2011 di Redazione-FB 1 commento

Lunedì 21 marzo 2011 è  scomparso per arresto cardiaco nella sua casa di Austin, in Texas,
il grande pianista Joe Willie “Pinetop” Perkins. Aveva 97 anni.
Era uno degli ultimi esponenti della vecchia scuola del Chicago blues.
Aveva suonato per anni con la band di Muddy Waters e nella mitica trasmissione radio “King Biscuit Time” al fianco di  Sonny Boy Williamson II e Robert Jr. Lockwood.
“E’ andato a fare un sonnellino e non si è più svegliato”, ha dichiarato il suo manager.
Nato nel 1913 a Belzoni, in Mississippi, Pinetop diventò ben presto il pianista prediletto di tante leggende del blues come Robert Nighthawk e Earl Hooker.
Alcuni di voi lo ricorderanno nel bel film di Clint Eastwood “Piano blues” mentre suona a quattro mani con Marcia Ball.
Perkins, la cui carriera è durata la bellezza di 80 anni, nonostante l’età avanzata non ha mai smesso di esibirsi. Quest’anno aveva più’ di venti concerti ancora in programma.
“Era uno degli ultimi bluesmen che come me provenivano dal Delta del Mississippi – ha dichiarato alla BBC un’altra leggenda del Blues, B.B. King – Nessuno sapeva suonare il piano boogie woogie come lui. Il suo stile era genuino come quello di Muddy Waters. Uno stile che arrivava direttamente dai campi di cotone del Mississippi. Mancherà non solo a me ma anche a tantissima gente sparsa in tutto il mondo”.
Musicista autodidatta Perkins iniziò la sua carriera suonando  la chitarra per poi passare al piano dopo che nel 1943, in un juke joint del Mississippi, una ragazza ubriaca gli tagliò un tendine della mano sinistra.
Tra i suoi ammiratori c’era persino Eric Clapton che volle suonare nel suo “Pinetop Perkins & Friends” uscito nel 2008. Anche altre star del pop e del rock come Elton John, Billy Joel and Gregg Allman hanno dichiarato in più occasioni di essere grandi fan di Pinetop e di essersi sempre ispirati al suo travolgente lavoro agli ottantotto tasti.
Perkins aveva vinto un ultimo Grammy Award il mese scorso per il migliore album di blues con “Joined at the Hip” inciso con “Willie Big Eyes Smith”. E’ stato il più anziano musicista ad avere ricevuto un Grammy. Nel  2005 gli era stato consegnato un Grammy alla Carriera;  e nel 2007 un Grammy per il miglior album dell’anno.
Per undici anni consecutivi Pinetop ha vinto il Blues Award (l’Oscar del blues) nella categoria pianisti e nel 2004 il premio per il miglior disco di blues tradizionale.
Nel 2003 il suo nome è stato inserito nella “Blues Hall of Fame”.
Il segreto della sua lunga vita? A questa domanda Pinetop rispondeva sempre: “L’aver mantenuto gusti semplici. Due cheeseburger, una fetta di torta di mele, una sigaretta, un bicchierino di whisky e una bella ragazza sono tutto ciò di cui ho avuto bisogno nella vita”.
Ma forse, più probabilmente a tenere in vita così a lungo Pinetop – che ha smesso di bere e di fumare solo cinque anni fa! – è stata la sua inesauribile e contagiosa passione per il blues, una musica che ha suonato fino alla fine.
La prima volta che lo ascoltai fu in “Jacks & Kings – Full House “ straordinario album dei Nighthawks e subito dopo lo ammirai al fianco di Muddy Waters in “The Last Waltz” il formidabile film d’addio di The Band. Da quel momento in poi  non ci fu per me altro pianista blues al di fuori di lui.
L’ho conosciuto  personalmente in Mississippi nel 2005. Era accompagnato da una giovane band niente male, che però faticava non poco a star dietro alla sua voce e al suo piano strepitosi a tal punto che sembravano a tutti gli effetti quelli di un ventenne.
Lo scorso settembre l’ho incontrato nuovamente da Antone’s il mitico locale blues di Austin Texas. Ero lì a suonare con i Chicken Mambo e lui era tra il pubblico che ci stava ad ascoltare tenendo il tempo con il bastone. Aveva il solito sorriso dolce e riservato che sembra un segno distintivo dei grandi bluesmen.
Mia moglie lo salutò e gli chiese quasi scherzando: “Perché non va sul palco a suonare con Fabrizio?” E  lui rispose mimando con le mani il battito del suo cuore, un cuore di 97 anni : “Vorrei, ma il dottore mi ha detto di non rischiare”.
Pinetop Perkins aveva un cuore grande.
Quello un grandissimo pianista blues che non dimenticheremo mai.
So long Mr. Perkins.
Fabrizio Poggi

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Fondato nel 1980 da Paolo Nuti e pubblicato regolarmente a partire dal 1980 (anche se il suo primo numero reca la data novembre 1979) Folk Bulletin è la più consolidata fra le testate italiane che si occupano di folk, di spettacolo popolare e di culture tradizionali, e una delle più storiche del mondo. Muove i suoi primi passi per iniziativa di Gian Paolo Nuti come circolare interna di un gruppo di appassionati riuniti in associazione, il Folk Studio Group di Saronno, svolgendo questa preziosa funzione per alcuni anni. È comunque negli anni Novanta, dopo la fusione con lo STRAbollettino, altra testata mensile attiva dal 1984, che Folk Bulletin si afferma definitivamente su scala nazionale e internazionale come il mensile del folk in Italia. Per saperne di più…

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Commenti

  1. alessandro nobis dice

    24 Marzo 2011 alle 19:37

    R.I.P.: ciao Pinetop!

    Rispondi

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