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PREMIO CESA 2022: I FINALISTI

6 Aprile 2022 di Redazione-FB Lascia un commento

In attesa dell’edizione numero 44 di Folkest, Folkest, l’International Folk Music Festival, che si tiene ogni anno a Spilimbergo e in tour in molti comuni del Friuli Venezia Giulia, ad Auronzo di Cadore e a Capodistria in Slovenia, annuncia i vincitori delle selezioni del Premio Alberto Cesa 2022.

Consegna Premio Folkest 2021 Enzo Avitabile 3 2 1 1
Enzo Avitabile, Premio Folkest – una vita per la musica 2021.

Questi i gruppi finalisti per il 2022.

ANDREA BITAI – Ungheria/Italia

Cantante e violoncellista, è cresciuta a Budapest studiando il violoncello, ma con la passione per la musica popolare, suonando vari strumenti a corde, sull’onda del grande fermento che pervade la scena musicale della capitale ungherese a partire dagli anni Settanta. Alla fine ha trovato il coraggio di provare a mettere insieme la musica etnica con il violoncello. La strada era decisamente in salita, ma sono arrivati i sei mesi di confinamento, passati in compagnia di un loop station… Alla fine l’aggiunta delle percussioni ha portato a compimento il progetto.

CLAUDIA BUZZETTI – Lombardia

Dopo un periodo di tempo passato a New York, Claudia Buzzetti, forte dei suoi approfondimenti nel Jazz e nell’American music, al suo ritorno decise di fondare il gruppo The Hootenanny e percorrere le strade maestre a stelle e strisce. Dai prolungati ascolti della discografia prevalentmente jazz dei suoi genitori e gli studi di pianoforte, classica e canto, la sua strada era tracciata. Ed era fatta di una miscela di vari stili d’Oltreoceano, riletti con gli occhi di una giovane autrice europea.

DUO PONDEL – Piemonte/Val d’Aosta

Il duo Pont d’Aël (dal nome di un ponte romano alle porte diAosta, in val di Cogne) nasce dall’incontro di Vincent Boniface e Carlo Pestelli: un abile polistrumentista ben radicato nella sua nativa Valle d’Aosta (i Trouveur Valdotèn sono il gruppo di famiglia), il secondo è un cantautore proveniente dal folk (Cantovivo) e dalla canzone popolare e sempre tentato da nuove sonorità. Il duo vero e proprio prende forma come progetto libero dalla rivisitazione di canti popolari provenienti da svariate direzioni.

LA SERPE D’ORO – Toscana

I Pogues di Ponte a Moriano, i Mano Negra di Monteriggioni, gli Stones di A rena Metato.
Il repertorio dei canti vanta in Toscana una sua specifica forma espressiva in grado di sedimentare narrazione e memoria a partire dal medioevo sino al Novecento. Un’arrembante cavalcata fra strumenti acustici ed elettrici, sull’onda di una freschezza e un’autenticità che non vengono mai meno e portano La Serpe d’Oro a offrire concerti in forma di festa popolare.

PASSAMONTAGNEDUO – Piemonte

Contrabbandano suoni, ritmi, melodie e parole al confine fra lingue e culture diverse con un métissage stilistico che spazia dalla canzone da osteria all’etno-jazz, con citazioni e richiami sonori che toccano decenni di musica popolar: melodie e canti con una storia. Bazzicano alpeggi e rifugi, piazze, prati, circoli e osterie, cantando una montagna che ignora le frontiere e diventa punto di contatto tra le persone, grazie ai canti della tradizione orale, dalle Alpi ai Pirenei, dalle Ande agli Appennini.

TUPA RUJA – Lazio

Nati come duo nel 2006 dal desiderio di proporre sonorità antiche mescolate con fascinosi suoni elettronici e contemporanei, si sono poi allargati alla collaborazione con il pianista Alessandro Gwis. Un concerto basato su nuove e originali composizioni dense di suoni che attraversano tempi e culture, mescolando il didgeridoo, l’improvvisazione contemporanea, le percussioni, l’harmonium indiano, il canto armonico della Mongolia, i flauti e i canti originali nelle tante lingue mediterranee.

Archiviato in:Premio Folkest

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Fondato nel 1980 da Paolo Nuti e pubblicato regolarmente a partire dal 1980 (anche se il suo primo numero reca la data novembre 1979) Folk Bulletin è la più consolidata fra le testate italiane che si occupano di folk, di spettacolo popolare e di culture tradizionali, e una delle più storiche del mondo. Muove i suoi primi passi per iniziativa di Gian Paolo Nuti come circolare interna di un gruppo di appassionati riuniti in associazione, il Folk Studio Group di Saronno, svolgendo questa preziosa funzione per alcuni anni. È comunque negli anni Novanta, dopo la fusione con lo STRAbollettino, altra testata mensile attiva dal 1984, che Folk Bulletin si afferma definitivamente su scala nazionale e internazionale come il mensile del folk in Italia. Per saperne di più…

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