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MILANO – corso di lira con ETTORE CASTAGNA

22 Settembre 2016 di Redazione-FB 1 commento

L’Associazione La Conta, organizza, a partire da sabato 29 ottobre 2016a sabato 27 maggio 2017, con una lezione al mese, per complessive 7 lezioni, dal 29/10/2016 al 27/5/2017, dalle 15,00 alle ore 18,30 circa, presso la CGIL – Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano.
Il corso intende costruire un linguaggio comune con gli allievi in merito alle origini e alla storia dello strumento, alle sue possibilità musicali ed all’apprendimento delle tecniche per suonare lo stesso. A livelli diversi di complessità sia ai principianti che agli avanzati verrà proposto lo studio di tecnica d’arco e rapporto arcata/fraseggio, sonate di tipologia iterativa, sonate con microvariazioni. Laboratorio su arco, variazione e microvariazione attraverso la musica d’insieme. Se vi fossero persone interessate agli altri strumenti che accompagnano/suonano con la lira (tamburello, chitarra battente, doppio flauto “alla siciliana”) si possono prevedere degli ulteriori momenti specifici seminariali. Non è necessaria la conoscenza della notazione musicale classica.

ETTORE CASTAGNA – Antropologo, musicista e docente universitario, è uno dei più competenti specialisti per quanto riguarda il patrimonio etnomusicale della Calabria e più in generale del Sud Italia. Ha all’attivo una lunga e consistente esperienza di ricerca che ha sintetizzato nel libro “U sonu” ed altre pubblicazioni successive. Con il gruppo “Re Niliu” e successivamente “Nistanimera” e “Antiche Ferrovie Calabro-Lucane” ha realizzato una fondamentale esperienza di recupero e riproposta della musica tradizionale del nostro Sud. (http://www.ettorecastagna.it)
La lira è uno strumento musicale tradizionale caratteristico di zone della Calabria, quali l’area della Locride e l’area del Monte Poro. Per le sue caratteristiche organologiche lo strumento fa pienamente parte di un gruppo definibile “lira bizantina”, una famiglia di cordofoni ad arco, con caratteristiche ricorrenti e molto simili fra loro, diffusi in tutta l’area dell’ex Impero Bizantino. L’utilizzo del nome dissociato dalle caratteristiche strutturali e morfologiche potrebbe confondere questa con altre possibili lire. Il nome lyra veniva applicato dai romani a una variante della cetra a pizzico e che oggi vengono così definiti anche strumenti ad arco di diverso tipo (ad es. la lira pontiaca). Sotto il profilo eminentemente strutturale c’è da aggiungere che non vi è alcuno strumento ad arco corrispondente esattamente ai canoni del tipo lira nel mondo di lingua araba, né alcuno strumento del genere nell’Europa Occidentale – ad esclusione della Calabria bizantina. Com’è noto nel mondo classico euro-mediterraneo gli strumenti ad arco erano sconosciuti e la lira è uno dei cordofoni di questa categoria che fanno capolino in Europa durante il Medioevo. Vi è un complesso filo rosso che lega strumenti posti in aree geografiche piuttosto lontane: dalla Dalmazia meridionale, alla Locride in Calabria, alle comunità trace e macedoni della Grecia del Nord sino alla musica classica destinata alla ritualità sufi in Turchia, in linea di massima ritroviamo in tutto l’antico mondo bizantino la presenza sempre dello stesso strumento. In alcuni casi con importanti varianti (ad esempio si veda la violinizzazione della lira cretese) ma, come suol dirsi “sono eccezioni che confermano la regola”. Data la lampante parentela strutturale e morfologica fra questi strumenti possiamo parlare a ragion veduta di una sorta di “gruppo lira”. Come dato di fondo non bisogna dimenticare che gli strumenti ad arco sono sconosciuti nell’antichità greco romana. Essi arrivarono dall’oriente fra alto e basso medioevo. Secondo un’ipotesi, fu attraverso slavi e arabi che l’Europa medioevale conobbe gli archi in queste versioni che con linguaggio corrente di oggi diremmo “etniche” e li assimilò sviluppando progressivamente una propria via. L’Impero Bizantino ne accolse e ne elaborò una versione chiaramente identificabile con la lira che ancora oggi ne marca il territorio. Non deve così troppo stupire se uno strumento da molti ritenuto greco sia anche croato, bulgaro, rumeno, turco e calabrese. Se lungo la traccia del grande Rohlfs riconosciamo la Calabria meridionale linguisticamente come greca sino a pochi secoli fa non ci stupiremo troppo per la presenza nella Locride di uno strumento greco.
In Calabria, la lira, verso la fine degli anni ’70 del secolo scorso era ormai in disuso, sembrava essere a uno strumento destinato ai Musei. Dal 1980 grazie alle ricerche sul campo portate avanti dalla Cooperativa “R.L.S.”, dal gruppo musicale Re Niliu e di Ettore Castagna, vennero rintracciati gli ultimi suonatori e costruttori viventi nell’area della Locride (tra Siderno, Gioiosa, Canolo Nuovo e Agnana), mentre fu attestata la presenza di costruttori e suonatori attivi nel Monte Poro. Contemporaneamente la lira è stata ripresa dai primi gruppi musicali presenti sulla scena calabrese (Re Niliu, Agorà, Xicrò, Phaleg,…) fino alle numerose formazioni attuali che la propongono con nuovi repertori in concerti e festival.

Per informazioni ed iscrizioni: inviare una mail a: laconta@interfree.it
MILANO – corso di lira con ETTORE CASTAGNA

L’Associazione La Conta, organizza, a partire da sabato 29 ottobre 2016a sabato 27 maggio 2017, con una lezione al mese, per complessive 7 lezioni, dal 29/10/2016 al 27/5/2017, dalle 15,00 alle ore 18,30 circa, presso la CGIL – Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano.
Il corso intende costruire un linguaggio comune con gli allievi in merito alle origini e alla storia dello strumento, alle sue possibilità musicali ed all’apprendimento delle tecniche per suonare lo stesso. A livelli diversi di complessità sia ai principianti che agli avanzati verrà proposto lo studio di tecnica d’arco e rapporto arcata/fraseggio, sonate di tipologia iterativa, sonate con microvariazioni. Laboratorio su arco, variazione e microvariazione attraverso la musica d’insieme. Se vi fossero persone interessate agli altri strumenti che accompagnano/suonano con la lira (tamburello, chitarra battente, doppio flauto “alla siciliana”) si possono prevedere degli ulteriori momenti specifici seminariali. Non è necessaria la conoscenza della notazione musicale classica.

ETTORE CASTAGNA – Antropologo, musicista e docente universitario, è uno dei più competenti specialisti per quanto riguarda il patrimonio etnomusicale della Calabria e più in generale del Sud Italia. Ha all’attivo una lunga e consistente esperienza di ricerca che ha sintetizzato nel libro “U sonu” ed altre pubblicazioni successive. Con il gruppo “Re Niliu” e successivamente “Nistanimera” e “Antiche Ferrovie Calabro-Lucane” ha realizzato una fondamentale esperienza di recupero e riproposta della musica tradizionale del nostro Sud. (http://www.ettorecastagna.it)
La lira è uno strumento musicale tradizionale caratteristico di zone della Calabria, quali l’area della Locride e l’area del Monte Poro. Per le sue caratteristiche organologiche lo strumento fa pienamente parte di un gruppo definibile “lira bizantina”, una famiglia di cordofoni ad arco, con caratteristiche ricorrenti e molto simili fra loro, diffusi in tutta l’area dell’ex Impero Bizantino. L’utilizzo del nome dissociato dalle caratteristiche strutturali e morfologiche potrebbe confondere questa con altre possibili lire. Il nome lyra veniva applicato dai romani a una variante della cetra a pizzico e che oggi vengono così definiti anche strumenti ad arco di diverso tipo (ad es. la lira pontiaca). Sotto il profilo eminentemente strutturale c’è da aggiungere che non vi è alcuno strumento ad arco corrispondente esattamente ai canoni del tipo lira nel mondo di lingua araba, né alcuno strumento del genere nell’Europa Occidentale – ad esclusione della Calabria bizantina. Com’è noto nel mondo classico euro-mediterraneo gli strumenti ad arco erano sconosciuti e la lira è uno dei cordofoni di questa categoria che fanno capolino in Europa durante il Medioevo. Vi è un complesso filo rosso che lega strumenti posti in aree geografiche piuttosto lontane: dalla Dalmazia meridionale, alla Locride in Calabria, alle comunità trace e macedoni della Grecia del Nord sino alla musica classica destinata alla ritualità sufi in Turchia, in linea di massima ritroviamo in tutto l’antico mondo bizantino la presenza sempre dello stesso strumento. In alcuni casi con importanti varianti (ad esempio si veda la violinizzazione della lira cretese) ma, come suol dirsi “sono eccezioni che confermano la regola”. Data la lampante parentela strutturale e morfologica fra questi strumenti possiamo parlare a ragion veduta di una sorta di “gruppo lira”. Come dato di fondo non bisogna dimenticare che gli strumenti ad arco sono sconosciuti nell’antichità greco romana. Essi arrivarono dall’oriente fra alto e basso medioevo. Secondo un’ipotesi, fu attraverso slavi e arabi che l’Europa medioevale conobbe gli archi in queste versioni che con linguaggio corrente di oggi diremmo “etniche” e li assimilò sviluppando progressivamente una propria via. L’Impero Bizantino ne accolse e ne elaborò una versione chiaramente identificabile con la lira che ancora oggi ne marca il territorio. Non deve così troppo stupire se uno strumento da molti ritenuto greco sia anche croato, bulgaro, rumeno, turco e calabrese. Se lungo la traccia del grande Rohlfs riconosciamo la Calabria meridionale linguisticamente come greca sino a pochi secoli fa non ci stupiremo troppo per la presenza nella Locride di uno strumento greco.
In Calabria, la lira, verso la fine degli anni ’70 del secolo scorso era ormai in disuso, sembrava essere a uno strumento destinato ai Musei. Dal 1980 grazie alle ricerche sul campo portate avanti dalla Cooperativa “R.L.S.”, dal gruppo musicale Re Niliu e di Ettore Castagna, vennero rintracciati gli ultimi suonatori e costruttori viventi nell’area della Locride (tra Siderno, Gioiosa, Canolo Nuovo e Agnana), mentre fu attestata la presenza di costruttori e suonatori attivi nel Monte Poro. Contemporaneamente la lira è stata ripresa dai primi gruppi musicali presenti sulla scena calabrese (Re Niliu, Agorà, Xicrò, Phaleg,…) fino alle numerose formazioni attuali che la propongono con nuovi repertori in concerti e festival.

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Fondato nel 1980 da Paolo Nuti e pubblicato regolarmente a partire dal 1980 (anche se il suo primo numero reca la data novembre 1979) Folk Bulletin è la più consolidata fra le testate italiane che si occupano di folk, di spettacolo popolare e di culture tradizionali, e una delle più storiche del mondo. Muove i suoi primi passi per iniziativa di Gian Paolo Nuti come circolare interna di un gruppo di appassionati riuniti in associazione, il Folk Studio Group di Saronno, svolgendo questa preziosa funzione per alcuni anni. È comunque negli anni Novanta, dopo la fusione con lo STRAbollettino, altra testata mensile attiva dal 1984, che Folk Bulletin si afferma definitivamente su scala nazionale e internazionale come il mensile del folk in Italia. Per saperne di più…

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Commenti

  1. Nina dice

    19 Giugno 2017 alle 10:42

    Buongiorno, pensate di ripetere il corso nel 2017/2018? Grazie!

    Rispondi

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