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INTERVISTA A GABRIELE FERRERO Viouloun d’Amoun: fiato ai violini!

27 Marzo 2014 di Redazione-FB Lascia un commento

486585_3974920364647_2030301437_nDa tredici anni Viouloun d’Amoun, ensemble di violini popolari, si  occupa di diffondere la pratica di questo strumento esplorando il  repertorio da ballo delle valli occitane del Piemonte e quello  violinistico delle zone occitane della Francia. Per saperne di più  abbiamo rivolto qualche domanda a Gabriele Ferrero che ne è il  direttore artistico.

Come e quando nasce il progetto e quante persone (e strumenti)  coinvolge? E il nome da cosa deriva?
Il progetto dei Viouloun d’Amoun – i violini  a moun, “a monte”  che si distinguono da quelli “aval”, a valle – nasce 13 anni fa come  un ensemble di soli violini per proporre il repertorio violinistico delle valli occitane e dell’occitania francese. Nel corso degli anni   abbiamo inserito anche il contrabbasso, che arricchisce lo spettro  armonico del gruppo. Siamo una decina. Il gruppo nasce all’inizio  degli anni 2000, io ero in attività con il gruppo “Arco Alpino” un  progetto accanto 7 a violinisti delle alpi, dalla Provenza fino al  Friuli, un gruppo diretto da Patrick Vaillant, questa esperienza,  unita al rapporto di amicizia musicale che da sempre intercorre con  alcuni violinisti del delfinato, -che formano l’ensemble violinistico  “Violon du Rigodon”- mi ha fatto venire la voglia -e la curiosità- di  far nascere, al di qua delle Alpi, una formazione di impronta  sostanzialmente violinistica.

Come si coordinano e ottimizzano le vostre due attività principali:  incrementare la pratica dello strumento e dello stile e tenere  concerti e feste da ballo?

I Viouloun d’Amoun hanno all’interno il germe della mia  esperienza didattica -ne fanno parte alcuni miei allievi-, ma non  vogliono essere solo questo, la maggior parte dell’attenzione è  rivolta a creare un suono originale, che possa esprimere le  caratteristiche peculiari del “violino popolare”, oltre alla musica  delle valli occitane, che sono per la maggior parte musiche di  matrice “tonale”, il nostro repertorio si concentra anche molto sulla musica “modale” del sud e del centro della Francia. A cavallo di  queste due esperienze sonore nasce il suono dei Viouloun d’Amoun.  Oltre alla scelta del repertorio, alla ricerca timbrica e corale, il  gruppo ha intrinseco il rapporto con la danza. Partiamo dalla musica  tradizionale ma ci muoviamo anche all’interno del movimento del “bal  folk”, che negli ultimi  anni si sta allargando, e sempre più gente  si riappropria del diritto di danzare. Non facciamo però, una  un’esclusiva ricerca filologica sul violino popolare, da esso traiamo  degli spunti timbrici, ritmici, estetici e “formanti”, e creiamo un  suono originale. La radice etnica si incontra con la volontà di  arrangiare, con l’improvvisazione e con elementi di sperimentazione.

575774_4141659789231_2084115756_nSiete appena tornati dalla”Fête du Violon” a Luzy nel Centro Francia,  un’importante manifestazione giunta alla dodicesima edizione che  raccoglie il meglio del violino popolare, accanto a musicisti   provenienti da diverse nazioni. Com’è andata? Raccontateci un po’  dell’esperienza…

Il festival di Luzy è molto ben organizzato, un po’ di numeri:  10 edizioni, più di trenta eventi in tre giorni, concerti, proiezioni, spettacoli ed esposizioni, 7 stage di perfezionamento sul  violino popolare di diversa matrice: auvergnate, sud-americano,  centro francia, piemontese -ero infatti anche coinvolto come
insegnante-, nord-americano, a vari livelli, per un totale di più di  70 strumentisti,  più di 10 partner istituzionali ecc. Oltre ai dati numerici l’esperienza umana e musicale è stata molto  arricchente, abbiamo re-incontrato violinisti e musicisti amici, e  abbiamo avuto modo di conoscere “Les violon du Morvan”, una numerosa  compagnia violinistica che suona il repertorio di quella regione.  L’organizzazione della manifestazione prevedeva momenti di ballo,  oppure di concerto, ma anche -e questo è parte integrante del mondo  della musica tradizionale e folk, momenti di aggregazione e scambio,  con concerti-aperitivo e animazioni nei locali di Luzy.

Il 4 e 5 aprile sarà la volta di Barcellona, presso il CAT, Centre  Artesà Tradicionàrius, il più grande centro di cultura popolare della  Catalunya che da più di 20 anni, attraverso finanziamenti pubblici,  organizza festival, incontri, didattica, mostre e quant’altro  concerne la cultura popolare catalana e quella di altri Paesi. Sarà  un appuntamento importante… ma fuori dall’Occitania. Preparerete un
repertorio ad hoc o punterete sull’efficacia del vostro ensemble  collaudato?

Noi porteremo il nostro repertorio, anche quì il festival si  preannuncia ricco di interesse. In Catalunya c’è una grande ripresa  del violino popolare, lo scorso anno ho tenuto un corso in questa  regione, e ora è giunto il momento di andarci con i Viouloun, sarà  bello fare il concerto, ma soprattutto sarà interessante il momento  dell’incontro con realtà violinistiche nuove.

viouloun-busson (24)Infine, dal 30 maggio al 1 giugno sarete invece tra i protagonisti,  per la seconda volta, della “Violonade de Sauve”, nella regione  francese della Languedoc. Assieme ai Violon du Rigodon e alla  compagnia Manja Pelòs darete vita ad una “violonade”, una grande performance che vedrà coinvolti più di 50 violinisti, a metà tra un  concerto e un’installazione umana e sonora; non mancheranno stage,  concerti, mostre e incontri sul violino e la musica tradizionali.  Come sarà la vostra seconda volta?
Il “Collectif Manja Pelos” organizza l’evento con un gusto  particolare dal sapore molto “contemporaneo”, oltre a concerti e  balli ci sono anche eventi organizzati nel centro storico del paese,  improvvisazioni, performance teatral/musicali ed esposizioni.  L’evento più particolare è la “Vilonade” una perfomance che vede  coinvolti i Viouloun d’Amoun, les Violon des Chevennes e i Violon du  Rigodon, più di 50 violinisti impegnati in una specie di concerto  itinerante che coinvolge il pubblico avvolgendolo e trascinandolo in
giro per il centro storico, con intermezzi teatrali, momenti di  improvvisazione collettiva, arrangiamenti studiati seguendo le note,  ma anche la geografia su più livelli del paese, insomma nulla di  somigliante ad una sfilata, ma piuttosto un concerto tridimensionale  in movimento, un po’ complesso per chi deve fare le prove, ma di  grande impatto emotivo  per chi ne viene coinvolto.

Ma anche i Viouloun d’Amoun hanno organizzato in passato feste,  festival e appuntamenti. Ci puoi raccontare come è andata? Per il  2014 c’è qualcosa in programma?

Abbiamo già organizzato due piccoli festival incentrati sul  tema del violino popolare, sono stato lieto di poter inserire gli  altri progetti musicali di cui faccio parte, in primo il progetto  Edaq, e ci piacerebbe poter ospitare le altre compagnie violinistiche  che ci hanno ospitato all’estero, ma il momento per chi organizza non  è dei più propizi, e in Italia le finanze e la “curiosità” stanno un  po’ svanendo. Ciò non toglie che probabilmente ad inizio settembre  prenderà vita il nostro terzo festival del violino popolare. Nelle  passate edizioni – alla prima abbiamo presentato il nostro lavoro  discografico- abbiamo ospitato stage di violino ma anche di altri  strumenti, esposizioni di liuteria, balli e concerti, la prima  edizione era al Castello di Lagnasco, la seconda edizione in alta  Valle Varaita, in sostanza abbiamo seguito in piccolo, la regia dei
festival francesi.

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