Sabato 14 dicembre presso il Conservatorio di Torino verrà presentato “Folk&Peace”- Cantautori contro la guerra, un disco progettato e curato da Alberto Cesa prima della sua prematura scomparsa e realizzato postumo dall’Associazione Cantovivo. Ne abbiamo parlato con Ita Cesa, sorella di Alberto, animatrice dell’associazione, che ha risposto alle nostre domande.
Raccontaci come siete venuti in possesso del materiale destinato alla realizzazione di “Folk&Peace”? In modo del tutto casuale oppure Alberto ne aveva parlato con qualcuno di voi prima della sua repentina scomparsa?
Vorrei partire proprio dall’associazione Cantovivo, visto che me ne hai nominata “animatrice”. Effettivamente l’associazione esiste ancora per la mia precisa volontà di tenerla attiva per poter portare a termine i progetti che Alberto aveva lasciato in sospeso. Non smetterò mai di ripetere che io non ho mai fatto parte del mondo musicale di Alberto. Lui mi ha “consegnato” tutte le sue cose, tra le quali c’era anche il grande archivio di materiali musicali. Fortunatamente si è creato spontaneamente un gruppo di lavoro con l’obiettivo comune di valorizzare il patrimonio musicale che Alberto ha lasciato provando anche a “costruire” una possibile continuità. Il gruppo è eterogeneo, ne fanno parte, oltre alla sottoscritta, compagni di vita musicale e non, musicisti e amici. Recentemente ha preso forma un gruppo musicale, gli Alberkant, di cui fa parte Celeste Ruà, mitico organettista del Cantovivo che ha la volontà di dare seguito al lavoro musicale di Alberto.
Alberto aveva lavorato al progetto Folk&Peace tra il 2003 e il 2005. Lui stesso ne ha parlato in un capitolo del suo libro “Con la ghironda in spalla”. In quel periodo collaborava con lui la sua compagna di allora, ma lui ha curato in prima persona, come ha fatto per tutto il corso del suo lungo impegno, la scelta degli artisti e la raccolta musicale. Sapevo dell’esistenza di questo materiale che per varie ragioni non ha mai visto la luce, perché Alberto me ne aveva parlato e l’ho ritrovato tra le cose che lui stesso ha deciso di “ affidare a me”. Così, nel piccolo armadio che apparteneva a nostra mamma adolescente e che è stato il prezioso contenitore nel quale Alberto custodiva l’archivio dei suoi lavori, in una scatola azzurra, ho trovato tutti i materiali realtivi a “Folk&Peace”: la corrispondenza con tutti i musicisti, le schede Siae, i master musicali e le liberatorie firmate da tutti i partecipanti. E’ stato più facile riprendere tutti i contatti per poter procedere alla realizzazione del cd.
Il ritrovamento di questo materiale illumina di un’altra luce la personalità di Alberto, consegnandocela ancor più completa: non solo musicista, scrittore, ricercatore e didatta ma operatore culturale a 360° dotato di non indifferenti qualità organizzative. Vero?
Io non sono la persona più qualificata a parlare del lavoro musicale di Alberto, tuttavia credo che gli addetti ai lavori, ma non solo, possano comprendere valore e significato di questa sua ultima fatica. Il fatto stesso che siano presenti artisti di tutte le aree del territorio nazionale rende l’idea di come Alberto, pur essendosi occupato di cultura piemontese, franco-provenzale e occitana guardasse ben oltre i confini regionali e fosse interessato alla cultura popolare in senso ampio e trasversale. Per rimanere sulla tua domanda, devo ricordare che negli anni Alberto ha curato altri eventi (produzioni discografiche , rassegne musicali) rivolti soprattutto a giovani musicisti che lui ha in qualche modo “formato”.
Siete riusciti a capire quanti anni di lavoro è costata questa fatica e per quali motivi non ha mai visto la luce mentre Alberto era ancora in vita?
Come ho già detto Alberto ha lavorato a questa raccolta tra il 2003 e il 2005 ma successivamente ha apportato alcune modifiche; Alberto modificava in continuazione le scelte fatte (da buon perfezionista): esistono due versioni di questo progetto, uno con 20 pezzi e l’altro con 25. Abbiamo scelto quello completo… spero che Alberto approvi…
Come lui stesso spiega nel suo libro “Con la ghironda in spalla”, Alberto aveva preparato l’uscita di questo Cd con l’Unità ai tempi della direzione di Furio Colombo. Prima che Colombo lasciasse il giornale il progetto non è andato in porto. Successivamente la raccolta doveva uscire con l’Espresso…ma tutto è rimasto in sospeso…
Basta parlare del passato. Pensiamo al presente, a “Folk&Peace” che finalmente è diventato un disco. Il sottotitolo recita “Cantautori contro la guerra”: ma chi sono gli artisti impegnati e quali canzoni hanno scelto di cantare?
Alberto mi aveva parlato di un progetto che stava elaborando con alcuni musicisti, vicini a lui per sensibilità, storia, passione e impegno. Franco Madau, Gastone Pietrucci de La Macina, Nonò Salamone (spero di non dimenticare qualcuno…). Mi aveva detto che avevano in mente un progetto itinerante che unisse musicalmente le varie aree geografiche.
I musicisti che Alberto ha coinvolto nel progetto “Folk&Peace”, sono tra i più significativi e rappresentativi della canzone popolare e politica di tutto il territorio nazionale. Musicisti che “hanno fatto la storia della musica” come scrive Renato Scagliola nel comunicato stampa: Giovanna Marini, Ivan Della Mea (che fa un pezzo al telefono con Alberto….) Amodei, Bertelli, Pietrangeli, Sandra Boninelli, Donata Pinti e molti altri.
“Folk&Peace” sarà presentato ufficialmente il prossimo 14 dicembre a Torino, in Conservatorio. Come sarà articolato questo appuntamento? Che serata vi aspettate?
La serata sarà soprattutto mirata alla presentazione del contenuto della raccolta presente nel Cd, dunque gli artisti presenti al concerto (Giovanna Marini, Gualtiero Bertelli, Gastone Pietrucci de La Macina, Sandra Boninelli, Donata Pinti, Franco Madau, Otello Profazio, Nonò Salamone) proporranno sicuramente “quella” canzone per offrire al pubblico un assaggio di quello che è il progetto nella sua interezza. Ciascuno di loro spero potrà eseguire un secondo brano con un finale che dovrebbe essere corale con un omaggio ad Alberto. Io sono molto “di parte” ma spero che la serata rappresenti anche un significativo riconoscimento all’impegno e al valore di Alberto che rimane inalterato nel tempo…
Il ricavato delle vendite di “Folk&Peace” sarà devoluto a Emergency. Alberto certamente ne sarà contento…
Si, prima di arrivare alla scelta della produzione “autonoma” ci siamo chiesti se fosse il caso di fare ricerche frustranti di una produzione con conseguente distribuzione. La cosa che stava più a cuore a me e a tutti gli altri componenti l’associazione era quella di valorizzare il progetto di Alberto dandogli visibilità senza farne un oggetto commerciale. Da qui la scelta di dedicarlo ad Emergency, vista la coerenza della tematica con l’impegno di questa associazione. In questo modo il progetto non rimane nel cassetto e ha una finalità “nobile”.
Ci auguriamo che questo possa essere il primo di una serie di altri appuntamenti. Confidiamo nella collaborazione di Folkest e dell’Istituto De Martino ma anche in eventuali iniziative portate avanti in altre aree geografiche dai musicisti stessi in collaborazione con Emergency in altre parti d’Italia.
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