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A FLAVIO GIURATO IL NONO PREMIO GIORGIO LO CASCIO

5 Marzo 2019 di Redazione-FB Lascia un commento

E’ stato assegnato a Sant’Andrea Ionio, in provincia di Catanzaro il nono Premio Giorgio Lo Cascio, il riconoscimento riservato a cantautori di particolare valore dalla carriera consolidata e fuori dai circuiti mainstream.

Il Premio, nato nel 2005 a Sant’Andrea e diretto da Enrico Deregibus, intende ricordare Giorgio Lo Cascio, storico cantautore romano scomparso nel 2001.

Il vincitore dell’edizione 2018, Flavio Giurato è, come recita la sua scheda biografica, il segreto meglio custodito della musica italiana. Artista di culto per addetti ai lavori e appassionati, è autore di tre album meravigliosi tra il 1978 e il 1984: Per futili motivi, Il tuffatore e Marco Polo. In particolare Il tuffatore lo fa conoscere al pubblico più attento di quegli anni. I videoclip estratti dall’album saranno parte fondante del programma Mr. Fantasy condotto da Carlo Massarini.
Dopo un lungo periodo di pausa nel nuovo secolo è tornato all’attività. Nel 2004 la casa editrice No Reply, decide di pubblicare Il tuffatore. Racconti e opinioni su Flavio Giurato, un libro di racconti ispirati alle canzoni dei primi tre dischi del cantautore. Con l’occasione, a vent’anni di distanza da Marco Polo e in allegato al libro, esce un disco live, il primo e l’unico della sua carriera.
Nel 2007 arriva un nuovo disco di inediti, Il manuale del cantautore. Negli ultimi anni la sua attività si intensifica, sia per quanto riguarda i concerti che i dischi: nel 2015 esce La scomparsa di Majorana, nel 2017 Le promesse del mondo, dischi assai considerati dalla critica.

Il Premio Lo Cascio è organizzato dall’Associazione Primavera Andreolese con il patrocinio della Regione Calabria e dell’amministrazione comunale di Sant’Andrea Apostolo dello Ionio.
Negli anni precedenti il riconoscimento era andato a Max Manfredi (2005), Pino Marino (2006), Rudy Marra (2007), Sulutumana (2008), Carlo Fava (2009), Susanna Parigi (2010), Marco Ongaro (2011), Luca Gemma (2017).
Dagli anni Settanta Sant’Andrea Ionio ha ospitato spesso cantautori italiani che, pur non avendo un grande successo commerciale, hanno fatto la storia della musica di qualità. L’istituzione, nel 2005, di un premio dedicato alla canzone d’autore rappresenta un’ulteriore tappa di questo percorso e l’idea di intitolare il riconoscimento a Giorgio Lo Cascio nasce dal fatto che nel 1977 proprio Sant’Andrea Ionio ospitò un concerto dell’artista romano scomparso nel 2001. Gli organizzatori di quello spettacolo conservano un bellissimo ricordo di quell’evento e per questo hanno voluto ricordare un artista sottovalutato.
Giorgio Lo Cascio, prematuramente scomparso a soli quarantotto anni nel 2001, nei primi anni Settanta fu tra i promotori della cosiddetta scuola romana, che si riconosceva nel Folkstudio di Trastevere. Lui, Antonello Venditti, Francesco De Gregori ed Ernesto Bassignano danno vita a un quartetto, I giovani del Folk. Erano legati, i quattro (quattro ragazzi con la chitarra ed un pianoforte sulle spalle, come canta Venditti in Notte prima degli esami) dallo stesso amore per il folk, la canzone d’autore, la poesie e la politica. Giorgio artisticamente era figlio di Cohen, Francesco di Dylan, Antonello di Elton John ed Ernesto di Tenco. Le loro prime canzoni erano piene di rabbia, vino, donne, funerali immaginari, aquiloni, soldati, treni e sogni di libertà. Dopo le prime apparizioni al Folkstudio, Lo Cascio insieme a De Gregori (di cui era fraterno amico) diede vita a un duo, Francesco e Giorgio, assimilabile per alcuni versi a quello di Simon & Garfunkel. Lo Cascio è però stato un’artista dotato di una personalità autonoma. I suoi testi ci mostrano una vena intimista, quieta, fatta di piccoli sentimenti che proprio dalla semplicità traggono la loro profondità; il tutto espresso attraverso una musica acustica, arpeggiata, che non disdegna però di arricchirsi tramite gli apporti del moog, del flauto, del pianoforte, delle percussioni. Durante gli anni Settanta ha avuto una produzione da cantautore politico, meritevole di essere riscoperta. Insieme a Venditti e De Gregori, firmò un contratto discografico per la IT. Mentre Venditti e De Gregori prepararono Theorius Campus, il loro esordio discografico, lui incise La mia donna, disco un po’ acerbo, molto acustico, poco competitivo rispetto ai brani dei vari cantautori che stavano venendo a galla e di scarsissimo successo. Riemerse nel 1976, grazie all’etichetta Divergo.

Il disco prodotto, Il poeta urbano, album politico molto bello, assai personale, faticò però a farsi strada. Limitati furono anche i concerti tenuti da Lo Cascio, che l’anno dopo incise (sempre con la Divergo) un nuovo album, Cento anni ancora. Anche questo disco non ebbe fortuna, nonostante i brani fossero assai validi. Dopo un nuovo singolo, Cosa c’è che non va, sigla del programma tv Tra scuola e lavoro, sparì dalle scene. Molti anni dopo, partecipò ad un gruppo estemporaneo, denominato U.A.F.F., messo in piedi da vari cantautori allo scopo di fornire un supporto economico al Folkstudio in difficoltà. Uscì poi un suo nuovo disco, Il vaso di Pandora, con Stefano Iannucci.

Per info:
E-mail: primaveraandreolese@libero.it
Tel 333.2487068

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