Dal Lazio meridionale torna a far parlare di sé una formazione con un nuovo look e un progetto consolidato
OrchestraBottoni… un nome nuovo nel panorama del folk italiano… però non poi così tanto nuovo. Puoi spiegarci meglio di cosa si tratta?
(RISPONDE ALESSANDRO D’ALESSANDRO)
In effetti il nome è nuovo, il progetto non così tanto!
Eravamo conosciuti come Piccola Orchestra La Viola, ma da diversi mesi abbiamo cambiato il nome del progetto e del gruppo divenendo appunto l’OrchestraBottoni.
Siamo molto contenti di avere un nuovo look anche se il cuore pulsante e il corpo sono rimasti quelli precedenti. Spieghiamo meglio… Stiamo cercando di continuare il percorso e il lavoro collettivo che da diversi anni portiamo avanti. Due progetti/dischi sono usciti (“The Journey”, Dodicilune 2009, con il jazzista americano Dan Moretti e “Omaggio a N.Orleans”, Liri Blues 2006, con la complicità dei Blue Stuff) ne sono testimonianza. Credo che questo continui ad essere la forza dei Bottoni, cosi come lo era della già citata POLV. E’ ovvio, in ogni gruppo ci sono dei ruoli, ma è lo stimolo di tutti e la collaborazione che fanno di un insieme di musicisti, un gruppo.
Come è nato questo nuovo nome? Ammetto che non è stato facile! Abbiamo creato un piccolo “contest privato” a cui abbiamo sottoposto alcuni amici musicisti e fans, e tra di loro, fortunatamente per noi, è uscito un vincitore… Daniele Sepe!
Eravamo seduti in un bar di Napoli, piazza Bellini, e ha risposto in un secondo: “OrchestraBottoni”!
Pensiamo sia un nome diretto e chiaro rispetto a quello che siamo realmente… E’ rappresentativo dell’organico, e nello stesso tempo un po’ dissacrante e ironico, il che non ci dispiace affatto.
In cosa consiste l’originalità della formazione? E quanto è riduttivo considerarvi alla stregua della versione ridotta di qualcos’altro?
(RISPONDE ANTONELLA COSTANZO)
Il gruppo ha mantenuto la maggior parte delle caratteristiche che aveva assunto negli ultimi anni. Una voce, un organetto solista, sei organetti d’orchestra, un organetto basso (bassoon) e la sezione ritmica composta da basso/contrabbasso e batteria percussiva.
Però il dover essere duttili, sia nel repertorio che nella grandezza dell’organico, ci ha portato a pensare a delle piccole soluzioni alternative e a proporre diversi tipi di concerto, oltre a quello classico.
AcustiConcerto, ad esempio, è una formula totalmente acustica, quasi “cameristica”, adatta a spazi particolari, a chiese o piccoli teatri. Il repertorio si muove su sonorità più morbide; non c’è la batteria, sostituita dalle percussioni, ne il basso, sostituito dal bassoon, che diventa strumento ritmico, invece che elemento di sezione orchestrale.
E poi, si sa, in tempo di crisi bisogna organizzarsi…
Quanto risentono del particolare organico gli arrangiamenti? Così tante ance e mantici non rischiano di essere troppo caratterizzanti?
(RISPONDE ALESSANDRO)
Caratterizzare con ance, mantici e aggiungerei Bottoni, è proprio quello che facciamo, o quantomeno cerchiamo di fare. Ci ispiriamo alle più consuete sezioni di fiati o di archi, scrivendo o riadattando parti che normalmente potrebbero essere pensate per un insieme di timbriche strumentali diverse tra loro. Questa è una delle difficoltà maggiori.
A volte non è facile “far suonare” tanti strumenti uguali in una comunque piccola estensione di note. Fortunatamente l’organetto basso ci aiuta ad ampliare il nostro range di possibilità. Le armonie e le melodie degli organetti si muovono su una ritmica definita, segnata dal basso e della batteria, quasi come una big band. Su questa base la voce di Antonella e io ci muoviamo.
E’ normale che manchino alcuni tipi di strumenti “chiave”, ma questa è una scelta fatta tempo fa e che credo ci abbia aiutato nel tempo a trovare una nostra identità sonora.
So che siete quasi pronti con il disco di debutto. Ci puoi anticipare quali caratteristiche avrà, se e quanto assomiglierà a un vostro concerto dal vivo oppure se saranno presenti sovraincisioni o altre diavolerie elettroniche?
(RISPONDE ANTONELLA)
Stiamo lavorando su un po’ di cose. Innanzitutto è quasi pronto il mix di una registrazione live effettuata 2 anni fa al Teatro del Sale di Firenze durante una “due giorni” di concerto. Li è contenuta buona parte del nostro repertorio degli ultimi anni. Vorremmo utilizzare queste incisioni come una sorta di bonus track, da mettere in rete, e chissà magari su un disco.
Mentre, cosa più importante, è la voglia sempre più concreta di ritornare in studio. Ci siamo resi conto che c’è un grosso gap tra il nostro repertorio di qualche anno fa e quello attuale. Le idee sono un po’ cambiate, e forse non tutti ne hanno una completa percezione. I due dischi già citati prima sono stati dei progetti speciali, registrati, scritti e prodotti insieme ad altri musicisti, di diverse provenienze musicali. Ora abbiamo voglia di esprimere quello che siamo oggi.
(RISPONDE ALESSANDRO)
Per quanto riguarda la parte prettamente tecnica, credo che le registrazioni in studio di molti strumenti abbiano in ogni caso bisogno di una buona pre-produzione, per permettere una migliore facilità di lavoro e ovviamente, avere la possibilità di registrare i vari strumenti anche in sessioni diverse. Ovviamente insieme ad una buona produzione c’è bisogno di una buona distribuzione (vendita online e diretta) e di una buona promozione, come fortunatamente è successo nelle nostre precedenti esperienze con “il Manifesto cd” prima, e con la “Dodicilune” poi.
Per quanto riguarda le “diavolerie”…si, credo che qualcosa ci sarà. Un minimo di elettronica per rendere ancora più completo il suono dell’orchestra? Perché no! Ad esempio, durante alcuni soli, mi diverte modificare il suono con effetti, per differenziare il mio suono da quello degli altri organetti.
Ancora una domanda: in cosa differirà il vostro repertorio rispetto alle precedenti esperienze che vedevano una netta prevalenza di brani di composizione rispetto ai traditionals?
(RISPONDE ALESSANDRO)
Interpreti. Credo questo sia il termine esatto oggi. Ci piace riprendere brani e modificare, destrutturare, riadattare e in qualche caso semplicemente riproporre…
Giochiamo molto con i ritmi, molti non propriamente di derivazione popolare italiana, o con citazioni di brani noti, e su quello costruiamo gli arrangiamenti dei pezzi. Spesso prendiamo e riproponiamo brani di musicisti con cui ci è capitato più volte di suonare, tra cui R. Tesi, D. Sepe, D. Moretti, L. Cannavacciuolo, M. Perrone, etc. A questi si aggiungono nuove collaborazioni con compositori e autori che stanno arricchendo ancora di più il nostro bagaglio tecnico-artistico. Tra questi R. De Rosa e altri, che hanno scritto o stanno scrivendo brani appositamente per noi.
Le atmosfere sono varie, come la provenienza dei brani, con uno stile che spazia dal classico al contemporaneo, con sfumature di funky, reggae, afrobeat, etc.
Insomma, per farla breve, l’OrchestraBottoni è una formazione che cerca di coniugare tradizione e innovazione, garanzia ed evoluzione.
Una domanda specifica per Antonella: tu eri cantante e front-woman nella Piccola Orchestra La Viola e ricopri lo stesso ruolo anche in questo progetto. Quali le differenze?
(RISPONDE ANTONELLA)
La cantante del gruppo è sempre un po’ front-woman.
Nell’era dei Bottoni, il mio ruolo è diventato più impegnativo e più completo, dato che diverso è il modo in cui mi rapporto al palcoscenico e al pubblico. Cerco di essere meno sacrale e di portare avanti il concerto con più leggerezza e avere una comunicazione più aperta rispetta al passato. Forse oggi è la modalità più consona al nostro modo di fare spettacolo.
E’ cambiato il repertorio nell’uso dei ritmi, nella scelta delle lingue e dei testi. Questo ha comportato che anche io mi adeguassi, affrontando nuovi stili ma mantenendo comunque ben saldi alcuni punti del mio modo di cantare personale, come la teatralità nell’interpretazione e l’escursione vocale…
Per me, che provengo da una formazione classica e che da tanti anni lavoro utilizzando il canto etnico o popolare, è stato un mettersi in gioco per un nuovo giro di giostra… e quante calorie fa consumare!
Per rimanere in tema culinario le ricette della nostra musica sono cambiate, ma lo scopo è sempre offrire un buon pranzo!
Buon appetito…
OrchestraBottoni è:
ANTONELLA COSTANZO: voce, percussioni
ALESSANDRO D’ALESSANDRO: organetto solista, coordinamento artistico ed esecutivo
GIANFRANCO ONAIRDA, MATTEO MATTONI, SILVIA DI BELLO,
ELISA DI BELLO, GIUSEPPE DI BELLO, FRANCESCA VILLANI: organetti
GIACOMO NARDONE: organetto basso (bassoon)
MARIO MAZZENGA: basso elettrico, contrabbasso
RAFFAELE DI FENZA: batteria percussiva
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